Riconoscimento ed esecuzione in Francia delle sentenze italiane in materia civile e commerciale – Regolamento (CE) n° 44/2001 del 22/12/2000


La materia -di diritto internazionale privato- è regolata in base agli articoli da 32 a 37 (riconoscimento) e da 38.1 a 76 più sei annessi (esecuzione) del Regolamento (CE) n°44/2001 del 22/12/ 2000 relativo alla competenza giudiziaria, al riconoscimento ed all’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale; al Regolamento (CE) n° 2201/2003 del 27/11/ 2003 in materia matrimoniale e di responsabilità parentale; al Regolamento (CE) n° 805/2004 del 21/04/ 2004 in materia di titolo esecutivo europeo; ed alla Convenzione di Lugano del 30/10/2007 concernente la competenza, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.

In Francia, detti Regolamenti (CE)  sono stati recepiti ex articoli da 509-1 a 509-7 del Codice di Procedura Civile.

I – LEGGE FRANCESE APPLICABILE

l’articolo 509 del CPC dispone genericamente che le sentenze emesse da tribunali stranieri e gli atti stesi dalle autorità pubbliche straniere sono esecutive in tutto il territorio della Repubblica nei modi e nei casi previsti dalla legge

Gli articoli 509-1 a 509-7 del CPC (in vigore dal 01/12/2010) definiscono i modi di procedere in Francia nell’ambito del diritto europeo.

L’articolo 509-1, citato qui di seguito al punto 1, lo è solo per la forma, in quanto non riguarda la fattispecie.

1°) Certificazione dei titoli esecutivi emessi in Francia (art. 509-1 del CPC)

l’art. 509-1 del CPC è relativo alle richieste ai fini di certificazione dei titoli esecutivi francesi in vista del loro riconoscimento all’estero -e quindi particolarmente in Italia- nel campo civile, commerciale, matrimoniale, di responsabilità parentale e di titolo secutivo europeo per i crediti non contestati.

Le richieste vanno presentate a seconda dei casi:

– al greffier en chef (capo cancelliere) della giurisdizione che ha emesso la decisione o omologato la convenzione;

– al giudice che ha emesso la decisione per quanto riguarda il Regolamento (CE) n° 2201/2003 del 27/11/ 2003 in materia matrimoniale e di responsabilità parentale ed il Regolamento (CE) n° 4/2009 del 18/12/2008 relativo alle obbligazioni alimentari.

2°) Certificazione dei titoli esecutivi emessi in Italia (art. 509-2 del CPC)

l’art. 509-2 del CPC è relativo alle richieste ai fini di riconoscimento o di constatazione della forza esecutiva sul territorio della Repubblica dei titoli esecutivi stranieri, ed in particolare delle sentenze italiane, in applicazione del Regolamento (CE) n°44/2001 del 22/12/ 2000 relativo alla competenza giudiziaria, al riconoscimento ed all’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale e della Convenzione di Lugano del 30/10/2007 riguardo la competenza, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.

Le richieste ai fini di riconoscimento vanno presentate a seconda dei casi:

– al greffier en chef (capo cancelliere) del tribunal de grande instance (tribunale civile);

– al president del tribunal de grande instance o al suo delegato per quanto riguarda il Regolamento (CE) n° 2201/2003 del 27/11/ 2003 in materia matrimoniale e di responsabilità parentale ed il Regolamento (CE) n° 4/2009 del 18/12/2008 relativo alle obbligazioni alimentari.

3°) Deroga in materia di certificazione degli atti notarili autentici (art. 509-3 del CPC)

A norma dell’articolo 509-3 del CPC, le richieste vanno presentate :

– al president de la chambre des notaires (presidente della camera dei notai) o in caso di impedimento al suo suppléant (supplente) nominato fra i membri de la chambre (della camera).

– l’articolo 509-3 del CPC precisa che l’elezione di domicilio dev’essere fatta nel circondario della corte d’appello in cui risiede la camera dei notai (decreto n° 2011-1043 del 01/09/2011, art. 5-1-4°)

– Derogando all’ar. 509-1 del CPC, le richieste di certificazione degli atti notarili autentici  in vista della loro esecuzione all’estero, e quindi particolarmente in Italia, in applicazione del Regolamento (CE) n° 805/2004 del 21/04/ 2004 in materia di titolo esecutivo europeo, sono presentate al notaire (notaio) o alla personne morale (persona giuridica) titolare dello studio notarile che conserva la minuta dell’atto steso.

4°) Forma delle richieste (art. 509-4 del CPC)

– la richiesta è presentata in duplice esemplare. Deve comportare l’indicazione precisa dei documenti invocati.

5°) Decisione (artt. da 509-5 a 509-7 del CPC)

– La decisione che respinge la richiesta ai fini di constatazione della forza esecutiva è motivata.

– Il certificato, o la dichiarazione relativa alla domanda di riconoscimento o di constatazione della forza esecutiva è rimessa al richiedente contro ricevuta o per lettera raccomandata con domanda di avviso di ricezione.

– Il secondo esemplare della richiesta e del certificato oppure della decisione sono conservati presso  la segreteria.

– Se non deciso dal giudice, il rifiuto di rimessa del certificato può essere differito al presidente del tribunal de grande instance (tribunale civile). Quest’ultimo, adito per iscritto (requête) giudica in ultimo ricorso, dopo che la parte richiedente e l’autorità richiesta siano state sentite o adite.

II –  ESEMPIO  PRATICO IN MATERIA DI DECRETO INGIUNTIVO ITALIANO

1°) Intitolato della richiesta (requête)

– Richiesta in vista della constatazione del carattere esecutivo in Francia di una ordinanza d’ingiunzione di pagamento

In francese: Requête en vue de la constatation du caractère exécutoire en France d’une ordonnance d’injonction de payer rendue en Italie

2°) Destinatario della richiesta

La richiesta -da redarre in francese- è inoltrata al capo cancelliere (Greffier en Chef ) del Tribunale civile (Tribunal de Grande Instance) del luogo del debitore, previa elezione di domicilio nel circondario del tribunale (artt. 39.1 e 40.1 del regolamento (CE)  n° 44/2001).

3°)  Legge applicabile

– artt. da 509-1 à 509-7 del codice di procedura civile francese
– artt. da 38.1 a 56 del Regolamento (CE) n° 44/2001

3°) Documenti necessari in originale

– Decreto ingiuntivo
– Notificazione del decreto ingiuntivo e ricezione di detta notifica in Francia (generalmente per lettera recomandata del tribunale italiano , con precisazione della data di ricezione.

– Ordinanza successiva del giudice italiano con cui è conferita  forza esecutiva al decreto ingiuntivo.

– Certificato rilasciato dal tribunale italiano ex artt. 53 e 54 del Regolamento (CE)              n° 44/2001 sull’apposito formulario, a dimostrazione del carattere esecutivo del decreto ingiuntivo.

4°) Necessità di tradurre tutti gli atti depositati

Seppure le traduzioni siano indispensabili per agire, si precisa che in Francia le traduzioni giurate non sono obbligatorie. Le traduzioni non giurate sono sufficienti.
E‘ stato giudicato peraltro dalla Corte di cassazione francese che la traduzione non è neppure necessaria per i documenti non ritenuti dal capo Cancelliere per la sua decisione (Cass. 2ème Civ. 29/11/2011).

6°) Fasi successive

1. Ottenimento della decisione

I tempi per ottenere una decisione che constati il carattere esecutivo in Francia del decreto ingiuntivo vanno generalmente da uno a tre mesi (art 43.1 del regolamento (CE) n°44/2001).

2. fase successiva dell’esecuzione forzata

La decisione è notificata tramite huissier de justice (ufficiale giudiziario privato) al debitore.

La controparte dispone di un termine perentorio di un mese a partire dalla data di notifica
per contestare la decisione.

Il ricorso di controparte va effettuato dinnanzi alla Corte d’appello competente, previa citazione al domicilio eletto in Francia presso lo studio dell’huissier de justice.

Dopo decadenza di tale termine, la procedura esecutiva francese può seguire il suo corso.

°°°

In conclusione

La richiesta di riconoscimento in Francia della forza esecutiva di sentenze italiane può rivelarsi una falsa buona idea. In effetti, ai tempi necessari per ottenere in Italia l’esecutività di una sentenza, vanno aggiunti i tempi francesi. Spesso è quindi preferibile agire direttamente in Francia, tanto dal punto di vista delle spese da esporre quanto delle tempistiche prevedibili.

Il référé (citazione per direttissima) e l’assignation en liquidation judiciaire (citazione per fallimento) sono delle alternative da valutare.

J-F Sampieri-Marceau
Tutti i diritti riservati all’autore
Jean François Sampieri Marceau
27/03/2013

Les significations et notifications d’actes judiciaires et extrajudiciaires en matière civile et commerciale dans l’Union européenne sont régies par le règlement (CE) n° 1393/2007 du 13 novembre 2007, précisé en France par la circulaire 11-08 D 3 du 10/11/2008 de la Direction des Affaires Civiles et du Sceau (DACS) (I). La réglementation européenne est intégrée dans le droit français (II). Par un arrêt rendu le 8 janvier 2015, la 2ème chambre civile de la Cour de cassation a répondu par l’affirmative à la question de savoir si un huissier de justice français pouvait signifier un acte extrajudiciaire de France en Irlande directement au destinataire par voie postale sans passer par l’intermédiaire de l’entité centrale ou requise de l’Etat membre de réception (III). Cependant, les transmissions par voie postale posent des difficultés au regard de l’article 19 du règlement (CE) n° 1397/2007 et de l’article 28-3 du règlement (UE) n° 1215/2012 entré en vigueur le 10/01/2015 (IV). Plutôt que de s’en remettre aux services postaux, les officiers ministériels (huissiers de justice et ufficiali giudiziari des bureaux uniques) pourraient privilégier, tant en France qu’en Italie, les notifications et significations sur place faites par  leurs propres services dans leur ressort de compétence (V).

I – Le règlement (CE) n° 1393/2007 du 13 novembre 2007

Le règlement (CE) n° 1393/2007 du 13 novembre 2007, entré en vigueur le 13 novembre 2008, a abrogé le règlement (CE) n° 1348/2000 du 29 mai 2000. Ce nouveau règlement innovait, notamment, par les délais imposés, par la fixation d’un coût forfaitaire de transmission des actes et par la faculté pour les Etats membres de signifier ou notifier directement par voie postale. L’efficacité des innovations apportées a dû paraître efficace puisque le réexamen du texte prévu au plus tard le 1er juin 2011 n’a pas eu lieu à ce jour (*).

Les modalités d’application du règlement (CE) n° 1393/2007 sont indiquées dans la circulaire de la DACS 11-08 D 3 du 10/11/2008 (qui actualise la circulaire CIV/20/05 du 01/02/2006) relative aux notifications internationales des actes judiciaires et extrajudiciaires en matière civile et commerciale (**).

Cette circulaire précise les entités d’origine, requises et centrales françaises habilitées à transmettre et à recevoir les actes directement par l’intermédiaire des services postaux.

A/ Définition des entités d’origine, requises et centrales

Les définitions se trouvent à l’article 2 du règlement (CE)  n°1393/2007 et aux points 5.4.2 et 6 de la circulaire de la DACS 11-08 D 3 du 10/11/2008.

– L’entité d’origine est celle compétente pour transmettre les actes judiciaires ou extrajudiciaires aux fins de signification ou de notification dans un autre Etat membre.

La France a désigné comme entité d’origine pour signifier les actes dans un autre Etat membre: les huissiers de justice (officiers ministériels libéraux) et les services des juridictions (greffes, secrétariats-greffes et secrétariats). Il en résulte que seules ces entités peuvent signifier ou notifier les actes judiciaires ou extrajudiciaires français dans un autre Etat membre.

Les huissiers de justice  signifient les actes judiciaires ou extrajudiciaires  français à un destinataire en Italie soit par l’intermédiaire de l’entité centrale italienne, soit par l’intermédiaire de l’entité requise italienne, soit directement par voie postale. En revanche, les greffes, secrétariats-greffes et secrétariats notifient, en principe, uniquement par voie postale. En cas de difficulté de notification, ils invitent le requérant à signifier par une autre voie (circulaire 11-08 D3 du 10/11/2008 art. 5. 5 et 5. 5-3 et art. 670-1 du code de procédure civile).

En Italie, les entités d’origine sont les ufficiali giudiziari. Ce sont des fonctionnaires, attachés à chaque juridiction italienne de manière exclusive. Ils peuvent notamment notifier les actes judiciaires directement par voie postale au destinataire se trouvant dans un autre Etat membre.

– L’entité requise est celle qui est chargée, par l’entité d’origine ou par l’entité centrale, de délivrer l’acte au destinataire.

La France a désigné les huissiers de justice comme entités requises pour recevoir les actes à signifier en provenance d’un autre Etat membre (auparavant, c’était la chambre nationale des huissiers de justice qui se chargeait de trouver l’huissier territorialement compétent). Ainsi, les huissiers français sont soit entité d’origine soit entité requise, selon le cas. Il en est de même pour les ufficiali giudiziari italiens.

– L’entité centrale est celle qui notamment recherche l’officier ministériel, le fonctionnaire ou toute autre personne compétente de l’Etat membre requis pour faire signifier ou notifier l’acte par l’entité requise compétente au destinataire.

En France, l’entité centrale est le Ministère de la Justice, direction des affaires civiles et du sceau, bureau de l’entraide civile et commerciale internationale.

En Italie, l’entité centrale est assurée par les ufficiali giudiziari, sis à 00192 Rome, viale Giulio Cesare, n° 52, qui sont un service spécial de fonctionnaires près la Cour d’appel de Rome. Contrairement aux autres ufficiali giudiziari, leur seule mission est la transmission des actes judiciaires en provenance d’un autre Etat membre aux entités requises italiennes, à savoir les ufficiali giudiziari constitués en bureaux uniques (uffici unici) auprès de chaque juridiction, territorialement compétents pour la notification au destinataire; et le retour des actes aux entités d’origine.

B/ Articles 14 et 15 du règlement (CE) n° 1393/2007 relatifs aux transmissions d’actes directement par l’intermédiaire des services postaux

– L’article 14 du Règlement énonce que “tout Etat membre a la faculté de procéder directement par l’intermédiaire des services postaux, par lettre recommandée avec accusé de réception ou envoi équivalent, à la signification ou à la notification des actes judiciaires aux personnes résidant dans un autre état membre.”

Cet article 14 est celui sur lequel se fondent les ufficiali giudiziari italiens et les huissiers de justice français pour notifier un acte judiciaire au destinataire domicilié dans un autre Etat membre.

– L’article 15 du Règlement confirme que “toute personne intéressée à une instance judiciaire peut faire procéder à la signification ou à la notification d’actes judiciaires  directement par les soins des officiers ministériels, fonctionnaires ou autres personnes compétentes de l’Etat membre requis, lorsqu’une telle signification ou signification directe est autorisée par la loi de cet Etat membre.”

C/ Précisions apportées par la circulaire de la DACS 11-08 D 3 du 10/11/2008

Cette circulaire indique au point 5.5 que la transmission des actes par l’intermédiaire des services postaux est une faculté ouverte à l’Etat membre d’origine, (à savoir un greffe, un secrétariat greffe ou un secrétariat de juridiction) tandis que la transmission directe par les officiers ministériels (essentiellement les huissiers de justice) est une faculté ouverte à toute personne intéressée à une instance judiciaire.

Le point 5.5 précité précise: “en France, conformément à l’article 684 du code de procédure civile, les autorités compétentes pour opérer une notification (le greffe, ou l’huissier de justice) ne peuvent recourir qu’aux modes les plus directs, soit au mode entre entités prévu par ce règlement, ou à la signification directe, et, en outre, pour les seuls greffes de juridictions, à la voie postale.”

Ainsi, les huissiers français disposent de la faculté de signifier soit par l’intermédiaire des entités centrales (voire requises, s’ils les connaissent), soit directement par voie postale. En revanche, les greffes ou les secrétariats greffe, n’ont pas ce choix et doivent avoir prioritairement recours à la notification directe postale, “sauf s’il ne s’agit pas du mode de transmission le plus efficace et le moins onéreux susceptible d’être mis en œuvre par lui” (cf.: art. 5. 5-3§3 de la circulaire précitée).

En Italie, ce sont les ufficiali giudiziari du tribunal concerné qui notifient les actes judiciaires italiens dans un autre Etat membre. Et ils ne le font que par voie postale.

Selon le point 5.5.3 de la même circulaire, “la faculté qu’avaient précédemment les Etats membres de subordonner la réception des actes par voie postale à certaines conditions (de forme ou de traduction) est abandonnée. Désormais, le document faisant l’objet d’une notification par voie postale est adressé à son destinataire, par lettre recommandée avec accusé de réception ou par un autre envoi équivalent, accompagné du formulaire type multilingue prévu à l’annexe II du règlement (se reporter infra au § 5.6.)”

Cela étant, le destinataire peut toujours refuser l’acte dans la semaine de la présentation s’il n’est pas traduit (***) soit dans une langue comprise par lui, soit dans l’une des langues officielles de l’Etat membre requis (point 5.6.2 de la circulaire).

Le  point 5.5.3 de la circulaire indique que: “En cas d’échec de la notification postale, le greffe (français) doit inviter la partie à procéder par voie de signification et à recourir, pour ce faire, aux services d’un huissier de justice”.

II – Intégration de la réglementation européenne en droit français

Le droit français a intégré dans les règles particulières aux notifications internationales figurant aux articles 683 à 688-8 du code de procédure civile, le précédent règlement (CE)  n° 1348/2000 du 29 mai 2000, remplacé depuis par le règlement n° 1393/2007. Ces articles précisent que la transmission des actes judiciaires et extrajudiciaires doit être faite sous réserve de l’application des règlements communautaires.

L’article 651, préexistant, du code de procédure civile rappelle la différence, de pure forme, qu’il y a entre signification et notification en ces termes:

“Les actes sont portés à la connaissance des intéressés par la notification qui leur en est faite. La notification faite par acte d’huissier de justice est une signification. La notification peut toujours être faite par voie de signification alors même que la loi l’aurait prévue sous une autre forme.”

III – Arrêt rendu par la Cour de cassation le 8 janvier 2015 (****)

Par un arrêt publié de la 2ème Chambre civile du 8 janvier 2015 dans un cas de signification d’acte extrajudiciaire de France en Irlande, entièrement transposable aux relations franco-italiennes, la Cour de cassation vient de répondre naturellement par l’affirmative à la double question de savoir qui peut signifier un acte extrajudiciaire (en l’espèce un commandement de payer valant saisie immobilière) de France vers l’Irlande et par quel moyen.

La réponse est lapidaire: “il résulte des textes, qui ne distinguent pas entre les notifications et les significations, que les huissiers de justice français peuvent procéder à la notification des actes judiciaires et extrajudiciaires aux personnes résidant dans un Etat membre de l’Union européenne directement par l’intermédiaire des services postaux, par lettre recommandée avec demande d’avis de réception”, et donc sans passer par l’entité centrale ou l’entité requise dudit Etat membre.

L’arrêt est d’autant plus intéressant qu’il a été rendu par la deuxième chambre civile de la Cour de cassation qui connaît des questions de procédure en général, et non pas par la première chambre civile qui traite les affaires de droit international privé.

Cet arrêt consacre la validité des significations des huissiers français par voie postale dans un autre Etat membre.

Il est à noter, cependant, que dans le cas d’espèce aucune contestation sur les conditions et la matérialité de la délivrance de l’acte n’avait été soulevée devant les juges du fond de sorte que la Cour de Cassation n’a pas eu à aborder ce point.

Sans avoir eu à rechercher si l’Irlande acceptait ou non les notifications et significations directes par voie postale, il n’a été posé ni la question du contenu effectif de l’enveloppe dans laquelle se trouvait l’acte notifié; ni celle de la qualité de la personne qui avait réceptionné et signé l’acte de signification litigieux; ni celle de la conformité de la signature du souscripteur ou du destinataire.

En tout état de cause, le cas jurisprudentiel précité ne devrait pas inciter à opter aveuglément pour la signification directe par voie postale car celle-ci peut être pavée d’embûches et de complications.

IV – Difficultés inhérentes aux transmissions et par voie postale au regard de l’article 19 du règlement (CE) n° 1397/2007 et de l’article  28-3 du règlement (UE) n° 1215/2012 entré en vigueur le 10/01/2015

Outre ce qui vient d’être  déjà  évoqué, les notifications et significations directes par les services postaux sont susceptibles de se heurter à des difficultés pratiques insurmontables.

Il s’agit, en particulier, de l’impossibilité pour les services postaux d’effectuer des recherches sur place pour tenter d’assurer la signification effective de l’acte et à défaut d’établir les raisons pour lesquelles la délivrance de l’acte au destinataire a été impossible (changement d’adresse, radiation d’entreprise, disparition, faillite etc.).
Or, en cas de défendeur non comparant, l’article 19 du règlement (CE)                     n° 1397/2007 du 13/11/2007 précité, rappelé par l’article 28-3 du règlement (UE)  n° 1215/2012 du 12/12/2012, entré en vigueur à compter du 10/01/2015 relatif à la compétence judiciaire, la reconnaissance des jugements et l’exécution des décisions en matière civile et commerciale, ayant remplacé le règlement (UE) n° 44/2001 du 22/12/2000, impose des règles très précises au juge saisi.

Cet article qui n’est pas d’une lecture simple, impose au Juge de surseoir à statuer aussi longtemps qu’il n’est pas établi que l’acte: a été transmis selon un mode prescrit par la loi de l’Etat membre requis ou qu’il a été effectivement remis au défendeur ou à sa résidence selon un autre mode prévu par le Règlement; qu’il l’a été en temps utile pour que le défendeur ait pu se défendre; qu’en l’absence d’attestation constatant la remise de l’acte, un délai d’au moins six mois (à apprécier par le juge dans chaque cas particulier) s’est écoulé depuis la date d’envoi de l’acte; et qu’aucune attestation n’a pu être obtenue nonobstant toutes les démarches effectuées auprès des autorités ou entités compétentes de l’Etat membre requis.

Ces exigences sont intégrées à l’article 688 susvisé du code de procédure civile.

En l’état, les services postaux français et italiens, pour ne citer qu’eux, ne sont habilités qu’à remettre les actes au destinataire ou à domicile et à les retourner ensuite à l’expéditeur avec, le cas échéant, des mentions telles que “n’habite pas à l’adresse indiquée”, “non retiré”, ou “inconnu a l’adresse indiquée”. Les services postaux ne sont pas chargés d’effectuer de démarches auprès des autorités ou entités compétentes de l’Etat membre requis aux fins de rechercher les causes objectives de non remise de l’acte, telles que changement d’adresse, radiation, faillite éventuelle du destinataire etc.

V – Plutôt que de s’en remettre aux services postaux, les officiers ministériels français et italiens pourraient privilégier, tant en France qu’en Italie, les notifications et significations sur place faites par  leurs propres services dans leur ressort de compétence

Il est acquis que les significations postales peuvent poser problème. Or, tant en France qu’en Italie les services postaux n’ont pas pour mission d’effectuer des recherches, au contraire des officiers ministériels.

Les huissiers de justice et les ufficiali giudiziari constitués en uffici unici (bureaux uniques) auprès de chaque tribunal et de chaque cour d’appel (à ne pas confondre avec ceux rattachés à la Cour d’appel de Rome qui ont la fonction d’entité centrale), disposent de moyens de recherches qui font défaut aux services postaux. Pourquoi se passer de leurs facultés d’investigation et s’exposer aux aléas des notifications postales ?
En effet, en cas d’échec de la notification par voie postale, l’acte judiciaire ou extrajudiciaire n’est pas délivré et l’entité concernée ne peut qu’inviter à notifier par une autre voie.

C’est la raison pour laquelle les huissiers français (entité d’origine) préfèrent s’adresser aux ufficiali giudiziari de Rome (entité centrale) qui transmettent l’acte judiciaire à notifier à l’ufficiale giudiziario territorialement compétent (entité requise) pour la signification au destinataire italien, sans s’en remettre aux services postaux italiens.

Les ufficiali giudiziari constitués en uffici unici auprès de chaque juridiction italienne devraient pouvoir en faire de même pour les significations d’Italie vers la France, au lieu de signifier les actes judiciaires directement par voie postale, comme les greffes et secrétariat greffe français.

Par ailleurs, pourquoi les huissiers de justice français ne procéderaient-ils pas pareillement pour les actes extrajudiciaires, en passant, non pas par l’entité centrale italienne sise à Rome chargée uniquement de la transmission des actes judiciaires, mais par les bureaux uniques des ufficiali giudiziari territorialement compétents constitués auprès de chaque juridiction italienne, si ces derniers l’acceptent ? En s’informant, le cas échéant,  auprès d’un avocat franco italien pour se faire indiquer le bureau unique compétent ?

C’est ce que n’a pas fait (mais le pouvait-il ?) l’huissier français qui a signifié son acte extrajudiciaire en Irlande, par bonheur sans que n’ait été formulée aucune contestation sur les conditions de réception.

Tout laisse à penser que la voie la plus sûre reste celle qui passe par les services d’un officier ministériel local (entité requise) dont la structure d’exercice est par nature mieux organisée pour recueillir les informations nécessaires à la délivrance d’un acte à signifier.

Les transmissions directes de la part des entités d’origine par voie postale comportent des aléas que seules les transmissions par l’intermédiaire des entités centrales et requises sont susceptibles de pallier.

Jean-François Sampieri-Marceau
Avocat au barreau de Paris

25 mai 2015
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(*) Les significations d’actes judiciaires et extrajudiciaires européens D. 2006. Chron. 1009.
(**) Circulaire de la DACS 11-08 D 3 du 10/11/2008 publiée le 28/02/2009 – Justice 2009/1, texte
27/36
(***) Notre point de vue sur les traductions d’actes D. 2005. 236.
(****) Cass. civ. 2ème, 8 janvier 2015, pourvoi n°13-26224, publié au bulletin

In diritto francese, i contratti di concessione/distribuzione non sono oggetto di codificazione specifica. Si applica il diritto generale dei contratti e delle obbligazioni.

Il contratto di concessione/distribuzione è un contratto d’impresa con il quale due imprenditori convengono una determinata attività avente essenzialmente per oggetto l’acquisto e la rivendita di beni a condizioni specifiche nel territorio definito dalle parti.

Il contratto di concessione è un contratto di distribuzione che si distingue dagli altri per l’esclusiva territoriale riconosciuta al concessionario.

Il contratto di concessione/distribuzione regola normalmente i seguenti punti:

1°) PRODOTTI

2°) TERRITORIO

3°) ESCLUSIVA (ex art. L. 330-3 del code de commerceobbligod’informazione

pre‡contratuale al minimo 20 giorni prima della firma del con-

tratto a pena di nullità del contratto e di multa di 1.500 € maxi)

4°)  DURATA

In linea di massima, la durata del contratto di concessione/distribuzione é libera. Le parti possono, sia convenire che il rapporto abbia durata determinata, eventualmente rinnovabile, sia che abbia durata indeterminata.

Tuttavia, vi sono alcuni casi specifici in cui la libertà di determinazione della durata è limitata.

Uno dei più rilevanti è, quello previsto dall’art. L. 330-1 del code de commerce, che limita ad un massimo di dieci anni la durata di validità di qualsiasi clausola d’esclusiva, con cui l’acquirente, cessionario o locatario, si impegna verso il venditorecedente o locatore, a non fare uso di oggetti simili o complementari provenienti da fornitori terzi.

Ciononostante, può essere concluso un nuovo contratto di esclusiva per ulteriori 10 anni. E così via. Il tutto non costituendo, a norma della giurisprudenza proroga contrattuale (ex art. L. 330-2 del code de commerce).

5°) COMMERCIALIZZAZIONE

6°) MARCHI

7°) PREZZI DI VENDITA

8°) ACQUISTI – (rinvio  alle condizioni generali di vendita)

9°) PAGAMENTI – (rinvio  alle condizioni generali di vendita)

10°) CONSEGNE – (rinvio  alle condizioni generali di vendita)

11°) CLAUSOLA DI RISERVATO DOMINIO

12°) CONDIZIONI GENERALI DI VENDITA

Per tutto quanto riguarda le condizioni generali di vendita, si consiglia al concedente di usare la formula seguente:

« Sono applicabili esclusivamente le condizioni generali di vendita del concedente. Nonostante qualsiasi clausola contraria, prevarranno comunque le condizioni generali dello stesso.”

13 °) OBBLIGHI DELLE PARTI

In particolare, per esempio, a carico del concessionario/distributore:

– acquisti minimi annui,

– assicurare la merce presso un’assicurazione di primaria importanza,

– pubblicità appropriata concordata col concedente,

– non apporre altri marchi sui prodotti acquisiti.

– assicurare un servizio appropriato ed efficiente di pezzi di ricambio, di garanzia

e di assistenza post vendita.

14°) CONFIDENZIALITA’ e RISERVATEZZA

All’infuori degli obblighi imperativi legali di comunicazione agli enti amministrativi e fiscali, confidenzialita’ e riservatezza sono da prevedere nel contratto.

15°) CESSAZIONE DEI CONTRATTI A DURATA DETERMINATA

Tranne abuso di diritto (intenzione di nuocere), vige la libertà di non rinnovo del contratto di concessione/distribuzione alla scadenza, senza preavviso.

Successivi rinnovi per delle durate determinate del contratto di concessione/distribuzione alla scadenza, non comportano, salvo abusi, riqualificazione del contratto in contratto a durata indeterminata.

16°) RISOLUZIONE DEI CONTRATTI A DURATA INDETERMINATA

1. Risoluzione contrattuale senza preavviso

– grave inadempienza,

– forza maggiore (scioperi, guerre, e più generalmente disordini di qualsiasi

sorta di una durata superiore ad un mese ecc.),

– cambiamento di proprietà e/o dei titolari della società concessionaria da

pattuire, esclusi i casi di fallimento.

2. Risoluzione contrattuale con congruo preavviso

L’art. L. 442-6 I. del code de commerce, d’ordine pubblico interno francese, regola le pratiche ristrettive della concorrenza. In particolare, il comma 5 di tale articolo impone al concedente di rispettare un termine minimo di preavviso onde evitare di pagare un indennizzo notevole.

A norma del comma 5 dell’art. L. 442-6 I. circa la rottura contrattuale:

“Impegna la responsabilità del suo autore e lo obbliga a riparare il danno causato, il fatto, da parte di qualsiasi produttore, commerciante, industriale o artigiano:

 di rompere brutalmente, anche solo parzialmente, una relazione commerciale comprovata, senza preavviso scritto che tenga conto della durata della relazione commerciale e che rispetti la durata minima di preavviso determinata, con riferimento agli usi commerciali, da accordi inter professionali. Quando la relazione commerciale riguarda la fornitura di prodotti con marchio del distributore, la durata minima di preavviso è doppia di quella che sarebbe applicabile se il prodotto fosse stato fornito col marchio del distributore. In mancanza di accordo interprofessionale, il governo può fissare un termine minimo di preavviso con apposito decreto per ogni categoria di prodotti.

Le disposizioni che precedono non fanno ostacolo alla facoltà di risoluzione senza preavviso, in caso di inadempimento contrattuale degli obblighi dell’altra parte, oppure in caso di forza maggiore. 

Quando la rottura della relazione commerciale risulta da una messa in concorrenza all’asta a distanza, la durata minima di preavviso è doppia di quella risultante dall’applicazione delle disposizioni del presente comma nei casi in cui la durata del preavviso iniziale sia di meno di sei mesi, e di almeno un anno negli altri casi” !

Ad oggi, esistono solo quattro accordi interprofessionali applicativi di tale articolo, nei settori:

– stampa e comunicazione grafica;

– avviamento commerciale dei distributori di benzina;

– del “bricolage”;

– della distribuzione (unicamente tra aderenti della Fédération des Entreprises et Entrepreneurs de France (F.E.E.F.) e della Fédération des Entreprises du Commerce et de la Distribution (F.C.D.)

A nostra conoscenza, non ci sono trattati specifici che regolino i contratti internazionali di concessione/distribuzione, tranne per quanto riguarda la determinazione della legge applicabile (vedi infra) ed i regolamenti  europei applicabili oltre la soglia di mercato del 30% nel settore contrattuale considerato, circa le pratiche anticoncorrenziali nell’Unione Europea.

La giurisprudenza francese tende a determinare la durata minima di preavviso in funzione degli usi del settore di distribuzione, della durata del rapporto, della notorietà dei prodotti, della dipendenza economicadel ciclo di produzionedei volumi di ordini impostidella percentuale di giro di affari realizzatadegl’investimenti effettuati dal distributoredall’esclusiva concessa o nondallo squilibrio contrattuale nel periodo di preavviso, ecc…

In teoria, il danno potrebbe essere valutato anche in più di un anno di giro d’affari.

E’ quindi essenziale tutelarsi in modo efficiente contro tale evento con apposite clausole contrattuali che regolino, in particolare:

– il foro competente;

– la legge applicabile;

– il termine di preavviso.

17°) OBBLIGO DI NON CONCORRENZA POST CONTRATTUALE

Tale obbligo va limitato nel tempo e nello spazio e determinato in base all’oggetto del contratto.

L’obbligazione di non concorrenza postcontrattuale deve essere riferita all’oggetto del contratto, limitata nel tempo e nello spazio, non sproporzionata e non deve impedire l’esercizio di una qualsiasi attività.

18°) FORO COMPETENTE

Ex articolo L. 442-6 I. 5° del code de commerce che è di ordine pubblico, in Francia si considera che la rottura delle relazioni commerciali ha natura extracontrattuale.

Di conseguenza, i tribunali considerano che il foro competente è quello del luogo di svolgimento della concessione/distribuzione.

Dal momento che il luogo del fatto generatore e/o di realizzazione del danno (rottura del contratto) é la Francia, i tribunali francesi tendono ad applicare automaticamente l’art. L. 442-6 I. 5° del code de commerce tanto alle cause interne quanto a quelle extracomunitarie (Cass. com. 25/03/2014, sentenza pubblicata).

L’articolo D. 442-3 (art. 2 del decreto n° 2009-1384 dell’11/11/2009) del  code de Commerce precisa gli otto tribunali di commercio esclusivamente competenti in funzione dei luoghi di concessione/distribuzione in Francia.

Ciononostante, poichè si è non in diritto interno ma europeo, è la normativa europea a disciplinare la competenza giurisdizionale al riguardo. Occorre quindi distinguere in funzione dell’esistenza o meno di una clausola attributiva di competenza.

A/ In assenza di clausola attributiva di foro competente

Con sentenza del gennaio 2007, la Corte di cassazione ha giudicato che la fornitura di prodotti costituisce la prestazione caratteristica del fornitore ai sensi della convenzione di Roma del 19/06/1980 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali. Di conseguenza, ex Regolamento (CE) n° 44/2001 del 22/12/2000 deve essere ritenuta la competenza della giurisdizione della sede del fornitore (Cass. civ. 1, 23/01/2007, Dalloz 2007, sentenza non pubblicata).

Con riferimento alla convenzione di Roma del 19/06/1980, applicabile all’epoca alle obbligazioni contrattuali, la Corte di cassazione ha parimenti giudicato che “la prestazione caratteristica ‘del contratto di commercializzazione e distribuzione’ consisteva nella fornitura di prodotti da società di cui la sede era in Svizzera”, cosicché deve essere cassata “la decisione della Corte d’appello che ha respinto il difetto di giurisdizione dei tribunali francesi circa l’indennizzo del danno subito a seguito della brusca rottura delle relazioni relative alla commercializzazione ed la distribuzione di prodotti in Francia al motivo che trattasi di un contratto di prestazione di servizio che possa apparentarsi al contratto di cooperazione commerciale ex art L.441-7 del code de commerce (…) (Cass. civ. 1, 26/09/2007, sentenza pubblicata).

Però, è’ stato giudicato poco tempo dopo che il contratto di distribuzione non è un contratto di prestazione di servizio (Cass. civ. 1, 5/03/2008 Dalloz 2008, sentenza non pubblicata).

Quindi, non si è affatto sicuri che, in assenza di clausola contrattuale espressa, la Corte di cassazione francese continui a considerare che sia il luogo di svolgimento della concessione/distribuzione, oppure di residenza del fornitore, a determinare il foro competente nei contratti di concessione/distribuzione.

Nè si è tanto meno certi, che la ricerca di foro competente correlata alla determinazione del luogo di esecuzione della prestazione caratteristica dell’obbligazione litigiosa secondo le regole di conflitto di legge del tribunale adito, non è più da fare in base alla convenzione di Roma del 1980 sulle obbligazioni contrattuali, ma del nuovo Regolamento (CE) n° 593/2008 del 17/06/2008 sulle stesse.

In effetti, quest’ultimo regolamento, applicabile dal 17/12/2009, prevede l’applicazione della legge del luogo di esecuzione della distribuzione (vedi infra).

Cosicché, in assenza di clausole contrattuali espresse, mentre la Convenzione di Roma del 1980 rinviava in materia alla legge del paese del fornitore, il Regolamento (CE) n° 593/2008 rinvia a quella del paese del distributore.

B/ In presenza di una clausola attributiva di foro competente

In diritto internazionale privato francese, la Corte di cassazione conferma che “una clausola attributiva di giurisdizione, applicabile tra le parti a qualsiasi lite derivante dalla rottura delle relazioni contrattuali, è valida ex art. 23 del Regolamento (CE)       n° 44/2001 del 2/12/2000, poco importando il fondamento della domanda” (Cass. civ. 1, 6/03/2007, sentenza pubblicata).

Tale sentenza è conforme alla giurisprudenza secondo cui una clausola di foro competente è di applicazione autonoma e valida in materia internazionale alle sole condizioni che una delle parti almeno sia residente in uno Stato firmatario, che la situazione sia internazionale e che la giurisdizione menzionata sia quella di uno Stato contraente” (Cass. civ. 1, 23/01/2008, sentenza pubblicata).

In base a tale giurisprudenza, una clausola attributiva di giurisdizione al foro italiano, se ritenuta formalmente valida, permetterebbe di superare favorevolmente ogni contestazione in materia di difetto di giurisdizione dei tribunali francesi.

19°) LEGGE APPLICABILE 

In Francia, in assenza di stipulazione contrattuale espressa, la legge applicabile  a partire dal 17/12/2009 è determinata dal Regolmento (CE) n° 593/2008 del 17/06/2008 relativo alle obbligazioni contrattuali, cosiddetto “Roma I”.

In base all’articolo 4 del Regolamento (CE) n° 593/2008 del 17/06/2008:

“Salvo libera scelta delle parti in base all’art. 3, la legge applicabile al contratto è determinata come segue: (…)

f) Il contratto di distribuzione è disciplinato dalla legge dello stato in cui il distributore ha la sua residenza abituale”

Ne consegue che, se non si prende la precauzione di inserire nel contratto di concessione/distribuzione internazionale una clausola in favore della legge italiana, in assenza di tale stipula espressa si applicherebbe tutta la regolamentazione d’ordine pubblico interno circa, in particolare, le pratiche ristrittive di concorrenza e quindi l’articolo 442-6 -I. 5° del code de commerce sopraccitato.

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In  conclusione, onde salvaguardare al meglio gli interessi dei concedenti italiani occorre stendere un contratto internazionale per iscritto che preveda, in particolare, il foro competente, la legge applicabile ed i termini di preavviso.

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Cass. civ. 1ère, 23/01/2007, Dalloz 2007, sentenza non pubblicata

Cass. civ. 1ère, 26/09/2007, sentenza pubblicata al Bull. civ. I, n° 304

Cass. civ. 1ère, 5/03/2008 Dalloz 2008, sentenza non pubblicata

Cass. civ. 1ère, 6/03/2007, sentenza pubblicata al Bull. civ. I, n° 93

Cass. civ. 1ère, 23/01/2008, sentenza pubblicata al Bull. civ. I, n° 17

Cass. com., 25/03/2014, sentenza pubblicata al Bull. civ. IV, n° 58

 

 

Jean-François Sampieri Marceau, Avocat à la Cour d’appel de Paris

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14/11/2014